Luce negli occhi

Pubblicato il 25-07-2023

di Arsenale dell’Incontro

Qualche settimana fa abbiamo partecipato a distanza alla cena di fraternità organizzata dalla Parrocchia di San Gioacchino di Torino, sul cui territorio si trova l’Arsenale della Pace, e che da tanti anni con il suo gruppo missionario ha un po’ “adottato” l’Arsenale dell’Incontro.
Quella domenica il vangelo era la pagina del cieco nato (Gv 9,1-41) e ci è stato chiesto come viviamo quella pagina di vangelo qui, pensando in particolare al momento in cui la folla domanda a Gesù: «Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».
Sì, a volte anche qui capita che qualcuno pensi alla disabilità come a una colpa, però ci siamo sentite di dover condividere non tanto questa situazione, ma piuttosto quello che da questa pagina di vangelo abbiamo imparato e impariamo ogni giorno nell’esperienza di fraternità che viviamo qui. A noi magari non viene da cercare un colpevole, ma tante volte – di fronte alle sofferenze che vediamo o che ci attraversano, a situazioni dolorose, malattie, infermità del corpo e dell’anima – ci viene da chiederci e da chiedere al Signore: ma perché? Non una ma tante volte. Perché? Perché? Perché?

Certamente non è il Signore ad aver causato quella situazione, perché Dio vuole sempre e solo il nostro bene, ma quella domanda spesso rimane lì, a risuonare senza risposta. E continua a bussare. Ci siamo accorte che se le diamo troppo spazio, se ci incaponiamo a voler ottenere una risposta ci ritroviamo al buio, un po’ cieche anche noi come quell’uomo del vangelo. E invece il Signore ci chiede di seguirlo sulla sua strada: non fermarti lì a chiederti perché, non fermarti alle risposte che non trovi, cerca intanto di essere tu una risposta per la persona che hai davanti.
Noi non possiamo ridare la vista degli occhi a un cieco nato o eliminare una paralisi fisica; nella maggioranza dei casi le vite che incrociamo non guariscono completamente, però cerchiamo di donare (o meglio, di permettere al Signore di donare attraverso di noi) a ognuna di quelle vite la luce della speranza, la luce del loro essere preziose, la luce del valore che hanno perché sono amate. Così come sono. E quante vite che vivevano al buio abbiamo visto fiorire, quante vite che erano ritenute incapaci di camminare hanno iniziato a muoversi (a volte anche con le gambe, altre volte con il cuore), quanti genitori fermi a chiedersi «ma perché?» sono usciti dalla loro paralisi perché hanno visto che la vita del loro bimbo non era chiusa in un buio senza uscita e senza futuro come loro pensavano.

E la cosa più bella è che – come nel caso del cieco nato – proprio quelle piccole vite diventano un segno di speranza per chi le incontra. Un solo esempio. Qualche giorno fa un ragazzino che era venuto all’Arsenale con la scuola per un’attività condivisa con i nostri bambini prima di salutarci ci ha detto: «Mi porto a casa il sorriso dei vostri bambini. Sono davvero felici! Mi ha colpito tanto, vorrei avere anche io quella stessa luce negli occhi!».
Allora in questa Pasqua sentiamo con forza di dover ringraziare il Signore per tutte le volte in cui ci chiede e ci conduce nell’essere insieme risposta per i nostri piccoli e dona così occhi nuovi anche a noi.


Arsenale dell'Incontro
NP aprile 2023

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